Alcuni giorni fa, Bologna è diventata una città 30, alla fine di un percorso durato alcuni mesi che ha previsto anche una fase di ascolto dell’opinione della cittadinanza. Da caso locale, la vicenda ha assunto una rilevanza nazionale anche a causa delle attenzioni di un leader politico, sempre lesto, anch’egli, nell’approfittare delle infinite occasioni che la cronaca offre per ergere un avvenimento a emblema. Emblema e iperbole paiono ai più strumenti espressivi adeguati per presidiare con la giusta prestanza l’attuale economia dell’attenzione. Quei fatti linguistici creano o confermano delle sceneggiature, come si chiamano in semantica dei frame.

Se in questo caso l’elezione dell’avvenimento a fatto emblematico è stata di qualche efficacia performativa lo deciderà chi legge, anche con l’aiuto, chissà, dei dati e delle informazioni offerte da qui a poco, a scopo didattico. È la missione, si usa dire così, de La voce del dato: contribuire a coltivare una qualche consapevolezza sulle attività di intelligence per lo studio della pubblica opinione, servendosi anche delle analisi quali-quantitative del dato semio-linguistico raccolto attraverso il monitoraggio dei media, dei social network e del web. La diaristica delle reti sociali offre d’altronde uno spaccato prezioso sui giudizi e sulle opinioni non sollecitate, quindi, si direbbe con molte cautele, spontanee.

Il monitoraggio e l’analisi dei commenti ai post pubblicati sui social network è poi ormai, laddove è possibile praticare tale esercizio, una risorsa indispensabile per le attività di media intelligence, in una infosfera in cui ciascun commentatore è un (potenziale) editore. È una questione a cui abbiamo accennato, nuovamente, in settimana, quando un rinomato marchio di pasta è stato investito da uno dei numerosi fallout del politainment nostrano.

Questa settimana abbiamo anche pubblicato il numero 19 della rubrica Parole d’Italia e il numero 11 della rubrica Share of Words. Se con la rubrica Parole d’Italia osserviamo un campione casuale di messaggi generati settimanalmente nell’infosfera di lingua italiana, con Share of Words l’analisi del contenuto si allarga a un campione casuale di messaggi generati in una vasta porzione dell’infosfera internazionale (news, social, tv, web), seppur in prevalenza di lingua inglese data la natura delle arene oggetto dell’osservazione. La settimana monitorata: 15-21 gennaio 2024.

Come sempre in queste note, i link valgono come riferimenti bibliografici.

Prima di mostrare i dati e le informazioni relative all’esercizio di questa settimana, una piccola anticipazione del prossimo episodio della newsletter, che sarà dedicato alla GDO, tema sul quale nelle scorse settimane sono stati diffusi molti insight interessanti sulla situazione italiana, con alcune novità relative al comportamento dei consumatori e sulla dialettica tra private label e marche industriali, da una parte, e tra discount e gdo “classica” dall’altra.

Qui vediamo le prime quattro slide, elaborazioni su dati Google Trends. Le ricerche nel 2023 per le chiavi di ricerca dei leader d’area secondo il rapporto di YouGov “Dove fanno la spesa gli italiani?”. E le ricerche nel 2023 per le keywords “discount”, “supermercato” e “ipermercato”.

Vediamo ora cosa è accaduto a cavaliere della ribalta nazionale per Bologna città 30 nell’infosfera italiana (nel frattempo è stato pubblicato un sondaggio di un noto istituto di ricerca).

Questo è il trend delle ricerche su Google per le keywords “Bologna” e “città 30”. Attorno al 16 di gennaio vi è il picco delle ricerche per “città 30”, ma non per Bologna.

Città 30 non è tra le ricerche correlate in aumento per la chiave Bologna, per ora, men che mai tra quelle top.

Questo è il trend delle menzioni di Bologna in una porzione vasta dell’infosfera di lingua italiana (si tratta come sempre di un campione casuale di messaggi, 475.000 circa in questo caso).

Anche in questo caso, il picco delle menzioni non coincide con l’entrata in vigore dei nuovi limiti.

Qui si può invece apprezzare un confronto tra i trend di ricerca e le menzioni nell’infosfera.

Vediamo ora i trend di due diversi campioni casuali di messaggi in italiano che contengono la parola “Bologna”, pubblicati su Facebook e Instagram. Anche in questo caso non c’è coincidenza tra l’inaugurazione della città 30 e il picco delle menzioni.

Neppure sulla pagina Facebook del leader politico di cui si diceva in apertura, i post con a tema la città 30 sono tra i più performanti dell’ultimo periodo, perlomeno se si guarda al numero delle reazioni complessive generate.

Una rapida analisi meccanica (svolta con due differenti metodi) dei commenti a quei post ci offre una prima idea sui giudizi, sulle opinioni e sulle reazioni alle parole del leader e, in modo indiretto magari, all’iniziativa, in quell’arena.

Nella porzione di infosfera monitorata, il sentiment per la keyword Bologna mostra un valore positivo di oltre il 65%. Mentre nel sentiment per la chiave limite la percentuale più alta la fa registrare il valore negativo (anche per ragioni tecniche su cui qui si sorvola).

Vediamo ora le parole più frequenti nei messaggi analizzati.

Questo è il risultato se dal campione si escludono le news.

Queste invece sono le parole più frequenti se si usa “limite” come chiave di ricerca.

Per ultimo, queste sono le fonti che hanno usato con più frequenza la parola Bologna nei loro messaggi nel periodo monitorato, su Facebook e X, e nelle news.

È tutto. Grazie della pazienza e al prossimo episodio.

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