1.

Questo è il numero 42 de La voce del dato, la nostra newsletter.

Un’edizione che dà ricetto, come sempre, ai link ai nostri articoli pubblicati durante la settimana.

Nel paragrafo 3 c’è un piccolo approfondimento. Sono informazioni tratte dal monitoraggio del comportamento delle due keyword letterali dei candidati, Kamala Harris e Donald Trump, nell’infosfera di lingua inglese. Nel numero 41 avevamo mostrato i primi risultati, in questa occasione divulghiamo quattro slide ulteriori:

Sullo stesso tema, nell’approfondimento c’è anche un ultimo aggiornamento del monitoraggio a cui abbiamo fatto riferimento nel numero 41 de La voce del dato. Il monitoraggio ha mappato la spesa pubblicitaria di Harris e Trump lungo tutta la campagna elettorale su alcune piattaforme (Meta, Google, Snapchat). Ora ci sono i dati definitivi.

2. I link.

3. Harris vs Trump: la spesa pubblicitaria e le citazioni sui social media

La settimana scorsa, nel numero 41, abbiamo monitorato le keyword letterali dei candidati, riducendo l’osservazione ai messaggi in lingua inglese, geolocalizzati quando possibile negli Stati Uniti.

Ne è nato un campione inevitabilmente casuale ma molto ampio di messaggi. Abbiamo inoltre divulgato anche i risultati di un monitoraggio di alcuni indicatori, stimati, delle prestazioni dei siti principali di Harris e Trump.

Questa settimana completiamo l’opera, offrendo uno scorcio delle prestazioni di alcuni messaggi che citano “Kamala Harris” e “Donald Trump” su Facebook e su YouTube, dal punto di vista di un indicatore diverso ed estremamente importante: il numero di visualizzazioni. Sono messaggi in lingua inglese pubblicati dal primo luglio 2024 in avanti.

Questa è la situazione su Facebook. Se si lasciano da parte i falsi positivi, nel campione casuale di messaggi che citano Kamala Harris, il post più visualizzato è la rinuncia di Biden alla candidatura. Per Trump, sono i resoconti dei due falliti attentati. Da domani, la newsletter sarà sul nostro sito e queste chart saranno lì interattive. Chi avrà la pazienza di esplorarle noterà che tra i post più visualizzati tra quelli che citano “Kamala Harris” ve ne è uno identico, postato a più riprese da account diversi, che la accosta a un fatto di cronaca in cui in verità non è implicata (come i post pure evidenziano).

Questo è invece ciò che accaduto su YouTube nello stesso periodo. Anche in questo caso, la ricerca è stata ristretta ai messaggi in lingua inglese possibilmente georeferenziati negli USA.

Tra i video che citano Kamala Harris nel titolo o nella descrizione, quello più visto è il dibattito televisivo tra i due candidati (ndr: come spesso diciamo, c’è tantissima “televisione” sui social media). Per quel che riguarda Trump, invece, il video di gran lunga più visualizzato è la conversazione con Joe Rogan.

La scorsa settimana abbiamo segnalato un importante lavoro di tracciamento svolto da Andrew Arenge durante la campagna elettorale. Arenge ha sfruttato i dati disponibili nelle ad libraries di alcune piattaforme per monitorare (I) la spesa pubblicitaria di Harris e di Trump, e dei loro principali supporter, e (II) le loro tattiche di targetizzazione (territori, temi, audience).

Una volta resisi disponibili i dati, Arenge ha aggiornato le sue dashboard, che ora comprendono l’intera spesa pubblicitaria digital dei candidati durante la campagna elettorale (sulle piattaforme monitorate, ovviamente).

Su Meta, questo è il risultato. Harris ha speso più di 123 milioni di dollari dal 21 luglio in avanti. Biden ne aveva spesi quasi 30 fino al 20 luglio. Trump ha speso circa 22 milioni di dollari. Questa è la spesa dei candidati. Ci sono poi i supporter, ovviamente. Per esempio, America Pac, che comprende Musk, che secondo un articolo del Guardian aveva speso a fine ottobre 2024 3 milioni di dollari su Meta e 1,5 su Google.

Anche AdImpact ha pubblicato il suo ultimo Presidential Report. Si tratta di un monitoraggio di 1.5 di “broadcast airings” correlati alle elezioni presidenziali, andati in onda dal Super Tuesday in avanti, negli USA. Secondo il report, la spesa pubblicitaria complessiva è stata di 2.6 miliari di dollari. 1.6 sono stati spesi dai Democratici, e quasi un miliardo di dollari dai Repubblicani.

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