Per chi crea contenuti è necessario adeguarsi ai trend sui social media?
Non è semplice rispondere alla domanda. E il classico “dipende” può spesso liberare dall’impaccio.
Ci sono alcune questioni generali da tenere sempre in considerazione. E qui le attività di intelligence possono esserci di aiuto.
In primo luogo: sui social media chi parla, parla a degli agenti. Il rapporto tra mittente e destinatario è un rapporto mediato. Gli agenti, diciamo gli algoritmi di selezionano dei contenuti, sono i mediatori.
Gli agenti hanno un compito: massimizzare l’engagement.
Ciò che nel caso dei social media è definito “trend” è nella maggior parte dei casi un “evento”.
Ogni content creator si muove in un ambiente proprio. Ha una sua personalità semiotica. Ha una sua audience.
Che si tratti di un trend, o che si tratti di un evento, rispondere alla domanda che apre il post richiede un lavoro in grado di ottimizzare la sovrapposizione tra la struttura dell’evento (la sua forma e il suo contenuto) e la personalità semiotica del creator (i suoi attributi etici ed estetici).
Il dilemma è quotidiano. Alcuni vi si approcciano con consapevolezza. Altri meno.
Lo è anche per leader e partiti politici. Che sui social media sono dei creator, al pari di altri.
Il dilemma si è rinnovato nei giorni scorsi, correlato a un fatto di cronaca.
Quel fatto è diventato un “trend” sui social.
Queste chart danno un’idea della dimensione.
Tre giorni di trand su X (quelli a cavaliere del felice eipologo della vicenda).
Il trend delle menzioni.
Durante la vicenda, leader e partiti ne hanno commentato alcuni esiti. Con quali risultati in termini di engagement?
Abbiamo monitorato gli account Facebook di 8 leader e 9 partiti politici italiani. Questi sono i risultati (ogni link rimanda a una chart interattiva).
Leader:
Partiti:
Solo in un caso, per Forza Italia, il post sull’argomento in questione è quello con l’engagement più alto nella finestra temporale presa in esame.