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La voce del dato (8) - Brand: identità e reputazione, in musica

1.

Questa edizione della newsletter aziendale di tropic, La voce del dato, ospita un estretto di un report più vasto: si tratti di alcuni dati frutto di un’attività di total intelligence e di qualche informazione correlata, di tipo quali-quantitativo, in relazione a un recente caso di studio, degno di attenzione perché all’intersezione tra branding, media studies ed economia della reputazione. In coda, anche questa settimana, vi è l’aggiornamento settimanale sulle performance digital dei candidati alle primarie per l’elezione del segretario del Partito democratico e sulla percezione delle loro attività di comunicazione in tv e in una vasta porzione del web di lingua italiana: l’interesse, come sempre, risiede nella possibilità di comprendere in che modo il percepito struttura le identità semiotiche dei vari candidati, quelle identità che divengono il bersaglio della sanzione dei cittadini e, nello specifico, degli elettori.

2.

I discorsi e i comportamenti che popolano la catena del passaparola sono ambienti; l’attività di total intelligence, e le informazioni che il processo di analisi e interpretazione produce, servono agli agenti economici, istituzionali e politici per soddisfare tre esigenze strategiche: monitorare, conoscere, e tutelare (e tutelarsi). Oggi, la catena del passaparola è unica, onlife e potenzialmente always-on; ciò non vuole ovviamente dire che tutto è sovrapponibile, ognuno ha la sua industry, comunica con le proprie comunità o nicchie, ha il suo tipo socio-demo e semiotico di cliente attuale e potenziale; questi ambienti hanno perciò anfratti distinti, certo, ma nella struttura dell’attuale semiosfera questi anfratti possono essere immediatamente messi in comunicazione, basta, per dir così, una strofa, e bisogna sempre essere pronti a gestire gli effetti di realtà che questo processo genera. Essere pronti vuol dire conoscere le piccoli e grandi trasformazioni che l’identità relazionale della marca subisce incessantemente e conoscere la struttura semiotica della catena del passaparola.

Nel caso in oggetto, l’industria culturale, secondo i dettami della società dello spettacolo, ha messo a valore la separazione tra un’artista e un calciatore professionista/imprenditore. L’operazione mediatica, per quello che qui interessa, ha al centro la parte di una strofa di una revenge song che, pare, la prima ha “dedicato” al secondo. La strofa dà ricetto a una comparazione e a un’analogia. I termini di paragone sono quattro brand (/prodotti) ben conosciuti: Casio e Rolex, Twingo e Ferrari. Essere oggetto di attenzioni da parte dell’industria culturale non può dispiacere alle marche, dipende però dalla pertinenza tra gli attributi/qualità che nell’operazione in oggetto vengono assegnati in modo implicito o esplicito al brand e gli attributi etici ed estetici fondanti della sua personalità semiotica. In quella strofa si mettono in comunicazione mondi di marca molto distanti e la sfida principale per tutti loro riposa proprio nel non consentire che nella conversazione la loro identità prenda un aspetto difforme, o deforme, rispetto alla loro identità semiotica ideale. La posta in gioco è dunque, come sempre, l’identità relazionale di marca, di cui la reputazione è una funzione, in quanto contribuisce a definire gli attributi della competenza della marca.

Le reazioni in real-time di alcuni dei brand oggetto dell’attenzione musicale, su cui tanto si è detto, sono stati il mezzo, è interessante al contempo osservare qui su quale sfondo quali-quantitativo queste reazioni si sono collocate. L’impresa non è stata di poco conto, se si pensa al sovrappiù di attenzioni che questi brand si sono visti recapitare, con i rischi ma pure con le opportunità del caso. Basta pensare che Casio è passato da una media di 1.300 menzioni su Twitter al giorno, a una media di 150.000. Oppure, che il 13 gennaio la chiave Casio ha generato un numero di mentions sei volte superiore a quello generato da “Adidas” il giorno della finali dei Mondiali maschili di calcio.

Sui motori di ricerca, Casio ha superato Rolex, e Twingo ha superato Ferrari, nei volumi sia da desktop

che da mobile:

E si parla, come si vede, di coppie di chiavi (Ferrari-Rolex e Casio-Twingo) che fino ad allora avevano fatto registrare volumi di molto diseguali.

Vale lo stesso nel web, dove si è verificato lo stesso fenomeno e dove le chiavi prevalenti hanno impiegato qualche giorno prima di riconquistare l’abituale primazia.

Il valore del sentiment non fa registrare segnali deboli di “pericolo” per nessuno dei quattro, con Casio che pare aver riscontrato il successo maggiore.

3.

Anche questa settimana, chiude la newsletter l’aggiornamento sulla comunicazione digital dei candidati alle primarie del PD e sul percepito che questa genera in tv e in una vasta porzione del web di lingua italiana:

https://tropicsrl.medium.com/le-primarie-del-pd-aggiornamento-3-1fc4ebd5e18e

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