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La voce de dato (4) - 2023: le aspettative per il nuovo anno, nel web

Nei momenti rituali di attesa è ancora più utile del solito, nella prospettiva qualitativa delle ricerche di opinione, prelevare dalla grande pubblicazione diaristica che, con tinteggiature ed effetti vari, popola le reti sociali e il grande web, delle parole-sintomo. Parole-sintomo, perché le parole sono degli elementi esponenti, delle tracce di dinamiche discorsive e narrative più vaste. La parola è una storia virtuale, è l’elemento terminale di uno o più percorsi, che vanno seguiti, di cui va capita la struttura, per poterne ricavare delle interpretazioni obiettive sulle opinioni e sulle emozioni di chi le usa e, a sua volta, le interpreta: individui, comunità, culture. Si tratta di un postulato metodologico, ma pure, nel momento aurorale e euforico della fase “generativa” del NLP, di un principio di cautela.

Questo continuo lavorìo analitico e interpretativo, come si diceva, è utile per indagare le aspettative di singoli e gruppi, ma pure le loro valutazioni (ovvero i punti di vista sulle opinioni e sulle azioni) e i loro stati d’animo.

Per esempio: dal 26 dicembre al 1 gennaio, la parola “anno”, in una vasta porzione del web di lingua italiana (che comprende, per citare qualche arena, Facebook, Instagram, Tik Tok, Twitter, You Tube, le news online, in quelle parti esplorabili dal ricercatore), compare in 447.000 messaggi, prodotti da 264 mila fonti uniche, per una reach stimata pari a 20 milioni di potenziali “lettori”.

Il trend:

Quel che si scorge nelle espressioni che compaiono con maggiore frequenza sono soprattutto auguri e propositi. Vi sono poi le tracce di auspici e di aspettative, due su tutte sono immediatamente correlate alla parola anno: un anno sereno, un anno ricco […]. Una non lo è, perché è rinvenibile su un altro piano, quello tematico: la pace.

Sono tracce che in parte svaniscono se si guarda all’ordito degli hashtag, che invece manifesta maggiormente le dinamiche espressive e comunicative effetto delle affordance locali delle varie arene.

Le emoji, un altro dei linguaggi di manifestazione pertinenti in questo tipo di indagini, completano il quadro.

Per andare un po’ più a fondo nell’analisi degli stati d’animo che la ricognizione della parola “anno” consente, sono stati estratti 10.000 messaggi ritenuti particolarmente rilevanti (ie rilevanti secondo le affordance delle piattaforme). Si tratta di messaggi che al momento dell’osservazione avevano generato più di 7 milioni di interazioni. Il corpus che se ne ricava consta di 325.163 tokens.

Vi si ritrovano i temi già evidenziati nel corpus “maggiore”, e alcuni altri diventano più evidenti (a causa della specificità di questo corpus “minore”). Vi è pure la politica. Vi sono i commenti alla conferenza stampa della Presidente del Consiglio e al discorso di fine anno del Presidente della Repubblica, per esempio. In quest’ultimo caso, se si prendono come parametro le cosiddette collocazioni, la conversazione sul web ha evidenziato in particolar modo gli accenni alla guerra in Ucraina.

È un corpus in cui gli stati d’animo positivi sembrano prevalere su quelli negativi (se si sta al lessico), e in cui le aspettative per il nuovo anno sopravanzano le valutazioni su quello che finisce (con la grande frequenza della parola grammaticale “più” che lascia una traccia significativa sulla qualità della comparazione tra vecchio e nuovo).

Gli auguri dominano il panorama discorsivo pure lì, e i cluster in cui la parola “anno” compare con più frequenza evidenziano che cosa ci si augura: un anno ricco / sereno / intenso / meraviglioso / fantastico. Questi gli attributi. La serenità è invece il tema più menzionato.

Una citazione la meritano pure altri due espressioni, “cose strabilianti” e “cose fantastiche”, che chiudono la lista degli auspici più citati.

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